Homo Rarus 2020
Foto: Maurizio Bosio

Il nono incontro tra padri a Verdeto si è concluso sabato 4 luglio. Dopo una notte con un temporale magnifico una calda giornata per parlarsi e per pranzare assieme tra soli padri.

Anche quest’anno Maurizio Bosio ci ha guidato in un percorso di riflessione utilizzando il brano che segue come incipit della discussione che ha animato la giornata

“Padre fra padri, ho ripetuto nel corso dei precedenti otto incontri l’esigenza di affrontare anche sotto il profilo conoscitivo, culturale, alcune tematiche centrali nella relazione con il coniuge e con i figli: la comprensione delle idee principali che regolano la nostra società e i loro pericoli; la consapevolezza del “perché” dei principi educativi e delle modalità concrete di applicazione in famiglia; il tema del risentimento, presente in tutte le relazioni umane ma particolarmente doloroso in famiglia. Le tematiche citate sono solo alcune di quelle che siamo tenuti ad affrontare quotidianamente come padri; tutte sono complicate da tre forme di accelerazione della vita:

1) tecnologica che avrebbe lo scopo di far risparmiare tempo ma non sempre è così, moltiplicando anche il lavoro;

2) sociale, con cambiamento delle mode, del panorama politico, culturale e artistico, e perfino cambiamento del sesso;

3) accelerazione del ritmo della vita, esito delle altre due accelerazioni.

La conseguenza è la perdita di una identità stabile che viene sostituita da un’altra, fluida: l’Io è liquido in un mondo liquido. Le cause sono da ricercare nel motore economico che spinge al consumismo, nel motore sociale che spinge a ricoprire nello stesso tempo molti ruoli (genitore, lavoratore, sportivo etc.), nel motore culturale, perché la mentalità post-moderna sostiene che chi va adagio è un perdente.

La pandemia ha fatto emergere in modo evidente l’impreparazione dell’uomo a cambiare ritmo e stile di vita, e apre a uno scenario preoccupante governato dall’economia e non dalla solidarietà tra gli uomini. Ciò che domina infatti in modo apparentemente incontrastato è lo sviluppo della tecnica svincolata da ogni principio etico, e il consumismo che sostiene lo sviluppo stesso.

Tra le varie rivoluzioni antropologiche in atto, v’è la spinta al consumo e non al risparmio: consumo che si estende a ogni cosa vivente e non vivente, in una sorta di bulimia che ingurgita tutto, dalla cultura alla natura, fino all’uomo, visto come oggetto e non come persona dal valore inalienabile.

Nessuna realtà sociale è immune da questo processo; Vaclav Havel ha descritto la trasformazione della società Ceca con queste parole: “Il sistema post-totalitario si è sviluppato sul terreno dell’incontro storico della dittatura con la società dei consumi”. Egli ha istituito un rapporto tra il generale adattamento della vita alla menzogna e “la capacità di rinunciare a qualsiasi significato superiore davanti alle lusinghe superficiali della società moderna”.

Quello che chiamiamo mondo ci coinvolge in un modo profondo e spesso inavvertito, tanto da influire sulla nostra salute psichica e spirituale senza che ne siamo pienamente consapevoli.

Eppure nessuno di noi accetterebbe consapevolmente di vedere modificata dall’esterno, in modo violento o subdolo, la propria identità personale.

Sorgono spontanee delle domande, alcune comuni agli adulti e agli adolescenti/giovani, altre specifiche per i genitori/educatori:

1) Come posso difendermi? Come posso rafforzare la mia identità personale? Come posso vivere una vita pienamente umana? Sono domande collegate alla auto-educazione, domande di alto valore emotivo per chi ha problemi di autostima o ha subito sopraffazioni e violenze.

2) Quali principi e quali strumenti educativi debbo utilizzare per contribuire alla formazione di una sana personalità dei miei figli?

Che cosa sottende la possibilità di difendersi, di rendere più forte la personalità, di educare in modo sano i figli? Io credo che la risposta sia: sviluppare le virtù. Virtù da conoscere, valorizzare, acquisire, applicare nelle azioni interiori e rivolte verso il mondo esterno, come le relazioni.

Non vi è consenso sul riconoscimento delle virtù e della loro importanza: il mondo dominato dal relativismo non accetta verità “assolute”, riferimenti certi, valori per cui vivere e morire.

Cito le parole dello scrittore Michele Serra che in un libro autobiografico (M. Serra, “Gli sdraiati”, Feltrinelli, Milano 2013, p. 85) così si esprime a proposito di un possibile intervento educativo verso il figlio ventenne che vive in casa come un ospite: “In termini tecnici, sono il tipico relativista etico. La definizione circola da qualche anno, più o meno spregiativa a seconda che chi la adopera sia molto o poco convinto di detenere verità assolute. La trovo calzante. Sta a indicare quella larga fetta di adulti occidentali che, a parte una ridottissima serie di precetti senza tempo e senza copyright (tipo non ammazzare e non rubare), non riescono a trovare indiscutibile alcun assetto etico, specie nella vita privata. Di qui una diffusa incapacità di pronunciare certi No e certi Sì belli tonanti, belli secchi, con quel misto di credulità e di boria che aiuta, e tanto, a credere in quello che si dice.”

Ognuno di noi ha una posizione personale riguardo all’auto-educazione e alla educazione dei figli, in base a principi di riferimento, a una tradizione in cui si colloca, a esperienze personali.

Un confronto aperto su questa tematica dovrebbe aiutarci ad aumentare la nostra consapevolezza su di noi stessi e sulla necessità di affrontare la sfida educativa con chiarezza di idee.

MAURIZIO BOSIO

Abbiamo anche proposto di dar vita ad iniziative di incontro tra Padri e Figli aperte a cui dare il nome “La scuola dei padri” per aumentare la frequenza con cui vederci e con cui crescere assieme. Incontri in cui partendo dalle passioni e dalle abilità e competenze di noi padri possiamo coinvolgere in un clima informale i nostri figli ed aiutarci ad organizzare esperienze concrete di crescita e di dialoogo intergenerazionale.

Il dialogo continua durante il pranzo – elemento centrale dell’incontro Homo Rarus