Nell’ambito di un progetto vinto dalla fondazione Giacomo Brodolini, capofila Laboratorio Aperto Piacenza, Daniela Scotti e chi vi scrive, Paolo Rossetti, siamo stati scelti come docenti per due corsi di trenta ore ciascuno di robotica educativa, presso la Scuola secondaria di primo grado di Pianello Val Tidone per due classi di 17 ragazze e ragazzi delle scuole medie e 20 bambine e bambini della scuola primaria.
Abbiamo affrontato, con diverso grado di approfondimento nelle due classi, questi temi:
Primo giorno
- Conoscenza reciproca con i partecipanti e relativa indagine sulla motivazione all’apprendimento e presentazione del laboratorio settimanale
- Scoperta del robot impiegando i comportamenti pre-programmati e sfide con tali comportamenti
- I robot ed esseri viventi analogie e differenze discussione aperta – debate
- “Apriamo il cofano” – cosa c’e’ dentro un robot – il robot Thymio
- Metodo scientifico e approccio alla robotica
Secondo giorno
- Installazione software per la programmazione del Robot e discussione sul suo ruolo e sul concetto di Interfaccia Uomo Macchina
- L’interfaccia di programmazione visuale VPL
- Sfide di programmazione di base VPL
- Riflessione sui linguaggi di programmazione e la comunicazione (Thymio puo’ essere programmato con 5 “linguaggi” diversi, da visuali ad eventi, a blocchi come Scratch e testuali)
- Introduzione alle sfide progettuali e compiti di preparazione / reperimento del materiale necessario e delle ricerche personali
Terzo giorno
- Challenge (sfida progettuale) – realizzazioni autonome applicando il modello “progetto – realizzazione e programmazione – verifica sperimentale” – Reazioni a catena assistite da robot.
- Il trasferimento di competenze sulla programmazione avanzata avviene in base alle esigenze realizzative delle sfide, sempre partendo dalle esigenze degli alunni.
Quarto giorno
- Presentazione di altri robot come We Do della LEGO e MBot della MakeBlock a cura di Stefano Damiani (coordinatore didattico di CoderDOJO Laboratori Aperti)
- La challenge a tema, Reazioni a Catena Assistita da robot, e’ stata scelta in seguito alla analisi dei luoghi, dei materiali a disposizione, dei vincoli e delle conoscenze pregresse dei partecipanti
Quinto giorno
- Applicazione dimostrativa di quanto imparato ai genitori nel rispetto dei vincoli organizzativi dovuti alla pandemia Covid.
- Riflessione su quanto appreso e possibili futuri approfondimenti.
- Allestimento merenda con robot camerieri, giochi e assistenti per celebrare l’esperienza formativa.
Cosa abbiamo imparato
Questa esperienza di collaborazione con Laboratori Aperti e con i docenti della Scuola di Pianello Val Tidone ci ha insegnato molto e per noi come credo per Laboratori Aperti e per i docenti di Pianello.
Abbiamo visto una scuola bella, con spazi e attrezzature didattiche moderne, esteticamente molto valide. Abbiamo anche visto che spesso chi vende queste attrezzature alle scuole non informa a dovere il personale docente e non guida nella scelta del materiale didattico idoneo per le scuole e chi acquista non riceve assistenza adeguata dagli organi ministeriali. Almeno questo e’ quanto ci e’ sembrato dalle scelte fatte.
Abbiamo visto piccoli banchi a forma di trapezio, esteticamente molto validi ma di complessa gestione in aula e di dimensioni non adeguate, che quando vengono assemblati per formare delle isole, sono pieni di gambe che intralciano la seduta dei ragazzi.
Abbiamo visto un tavolo di robotica montato su ruote strette e lunghe in plastica con blocchi anche essi in plastica difficili da attivare e che rendono fragile il tavolo stesso specie per un uso con ragazzi adolescenti. E, per la prima volta, ho visto un tavolo per le competizioni di robotica, di colore nero, che praticamente rende impossibile molte attività con i robot che usano i sensori a terra che interpretano il nero come vuoto o vengono usati come segui linea. L’essermi portato dei grandi fogli bianchi ha salvato in parte la situazione ma il mio apprezzamento per il tavolo resta molto basso. Peccato. Perche’ esteticamente e’ molto bello.
Ho notato che si vendono ancora lavagne elettroniche che richiedono la penna (che non funziona spesso) e su cui non si puo’ scrivere con i classici pennarelli richiedendo l’uso di lavagne a fogli mobili che per fortuna la scuola aveva in altri locali.
Ho visto laptop che non hanno ancora batterie che consentano un uso di 4 ore con luminosita’ adeguata (arrivano a due ore circa) e che possono essere ricaricati solo nell’apposito mobile di ricarica e un aula per la fabbricazione digitale con 1 sola presa di corrente semplice nemmeno bipasso o shuko.
Queste le “critiche” alla attrezzatura che riporto solo per aver modo di riflettere su come migliorare e per invitare i docenti e i dirigenti a sentire piu’ campane prima di procedere all’acquisto di materiale che poi resta in uso per anni.
Ma l’entusiasmo dei ragazzi e lo zelo dei docenti fanno superare i piccoli limiti logistici del sistema scolastico che, a mio avviso, in nome di una autonomia scolastica rinuncia a fornire servizi di eccellenza dal punto di vista di scelta delle attrezzature migliori pur con il massimo impegno del personale addetto.
Servirebbero a mio avviso indicazioni e standard prese dagli studi del CNR ad esempio a cui rifarsi anche per la didattica con le nuove tecnologie informatiche e di strutture di assistenza all’acquisto, di controllo e di gestione degli acquisti cosi come una maggior concorrenza sul mercato della tecnologia educativa.
Abbiamo avuto ancora conferma che le Reazioni a Catena assistite da robot piacciono molto ad ogni fascia di eta’ e che pedagogicamente funzionano come catalizzatore motivazionale all’apprendimento.
Come sempre usciamo arricchiti da questa esperienza e con nuove idee da sviluppare e da far crescere. Alla prossima!